Google+

mercoledì 31 maggio 2017

La FED e il dollaro


Ci siamo quasi. La riunione di Giugno è ormai alle porte. Il dollaro però paga ancora l’incertezza del nuovo presidente.

Ormai ci siamo, con il dato del PIL statunitense del primo trimestre rivisto dallo +0,7% al +1,2% ,la strada sembra ormai spianata per un’ulteriore stretta nell’incontro del 14 Giugno previsto dalla FED.


Sembra, perché solo venerdì prossimo avremo l’ultimo indicatore di rilievo sul mercato del lavoro americano e potrebbe riservarci delle sorprese.


Visti i fed fund c’e’ ottimismo per un rialzo di ulteriori 25 centesimi, infatti questi lo scontano nel loro prezzo ad un valore superiore al 75% e i verbali della scorso incontro danno l’ulteriore conferma della volontà di attuare una politica monetaria più restrittiva, cercando però di capire, prima di tutto, il motivo della frenata della crescita a stelle e strisce.


Sempre dai verbali della scorsa riunione è possibile ottenere dei primi riferimenti alla riduzione del bilancio della banca centrale americana entro quest’anno.


E" chiaro che la riduzione della base monetaria avrà impatto sugli investimenti.


Il dollaro, intanto, paga l’atteggiamento morbido e attendista della FED ma anche le promesse del neo presidente Trump.


C’e’ però da dire che la pressione sul prezzo del biglietto verde e dovuta anche ad un minor divario tra la crescita europea e quella statunitense.


Bene, quindi, i mercati emergenti che hanno beneficiato di un dollaro in flessione (che non appesantisce il loro debito in valuta ne invoglia fuga di capitale verso aree geografiche più remunerative) e si una minor tensione sui tassi.


Per Jacopo Ceccatelli di Marzotto Sim, l’indebolimento del dollaro deriva essenzialmente dai presunti contatti tra Trump e la Russia durante la campagna elettorale.


A fronte di questi elementi che lo indeboliscono abbiamo però una economia robusta e un ciclo di politica monetaria restrittiva che resta comunque di sostegno.


Lo scenario possibile è che, una volta terminati questi timori di un impeachment, l’attenzione torni sui dati concreti e che il biglietto verde possa tornare su livelli più interessanti.


Aspettando i dati di venerdì sul mercato del lavoro americani, l’indice S&P 500 rimane stabile e la sua volatilità( rappresentata dall’indice Vix ) risulta in una fascia che non fa pensare ad un diffuso nervosismo sui mercati azionari.


La stessa cosa è per l’Europa, dove il DAX e il suo indice di volatilità (il VDAX ) non danno segni di un possibile storno nell’immediato.


Silvestri Francesco

Vincitore traders" cup 2016 categoria forex con il 367%



La FED e il dollaro
La FED e il dollaro
http://it.investing.com/rss/forex.rss
$inline_image !!! CLICK HERE TO READ MORE !!! La FED e il dollaro Forex Blog | Free Forex Tips | Forex News http://www.forextutor.net/la-fed-e-il-dollaro/

Nessun commento:

Posta un commento