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martedì 25 novembre 2014

Jobs act, via libera Camera con 316 sì. Pd diviso


Jobs act, via libera Camera con 316 sì. Pd diviso
Jobs act, via libera Camera con 316 sì. Pd divisoJobs act, via libera Camera con 316 sì. Pd diviso
ROMA (Reuters) - Senza fiducia, con 316 voti a favore, 6 contrari e 5 astenuti la Camera ha dato il via libera al Jobs act che ora passa al Senato per la terza e definitiva lettura.
In segno di protesta contro la riforma che sancisce il tramonto dell'articolo 18, circa quaranta deputati Pd non hanno partecipato al voto, due - tra i quali Pippo Civati - hanno votato contro e due si sono astenuti, aprendo di fatto una lacerazione nel partito del premier Matteo Renzi.
Il Pd alla Camera ha 293 deputati.
Oltre ai dissidenti del Pd anche tutte le opposizioni hanno lasciato l'aula prima del voto.
Il governo punta al via libera finale entro il 9 dicembre per poi varare i decreti delegati entro fine anno in modo da rendere operativa la riforma all'inizio del 2015.
La principale novità introdotta alla Camera è la modifica all'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori sulla falsariga dell'ordine del giorno votato a settembre dalla Direzione del Pd. Matteo Renzi avrebbe voluto disciplinare la materia direttamente nei decreti delegati, ma una fetta di partito ha insistito per anticipare subito alcuni paletti entro i quali si dovrà sviluppare l'azione del governo.
Il parere del Parlamento sui decreti legislativi, infatti, non è vincolante.
Nonostante la mediazione, una minoranza del Pd non ha comunque votato il testo ritenendo che la riforma svuoti le tutele in caso di licenziamenti ingiusti.
Parlando in aula, l'ex sottosegretario all'Economia Stefano Fassina ha detto: "Insieme a una trentina di colleghi non possiamo dare il nostro consenso al disegno di legge delega".
Pippo Civati, tra i principali oppositori di Renzi all'interno del Pd, intervenendo a titolo personale, ha annunciato: "Non mi assocerò al voto del gruppo".
La delega prevede che per i lavoratori assunti con il nuovo contratto a tutele crescenti sarà possibile, in caso di licenziamenti senza giusta causa, chiedere il reintegro solo per discriminazione.
Qualora il licenziamento fosse per motivi disciplinari il reintegro sarà ammesso solo in alcune fattispecie, da specificare in sede di decreti delegati.
© Reuters. Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati
© Reuters. Palazzo Montecitorio, sede della Camera dei deputati

Il lavoratore avrà invece diritto a un indennizzo in denaro, ma non al reintegro, se il licenziamento avverrà per ragioni economiche.
Matteo Renzi su Twitter dice "grazie ai deputati che hanno approvato il JobsAct senza voto di fiducia. Adesso avanti sulle riforme. Questa è lavoltabuona".

Dollaro in salita dopo PIL USA e report OCSE

Dollaro in salita dopo PIL USA e report OCSE

Il dollaro è in salita contro le altre principali valute questo martedì, vicino al massimo di oltre quattro anni dopo il rilascio di dati positivi sul PIL del terzo trimestre negli USA e dopo il report dell’OCSE.
Dollaro in salita dopo PIL USA e report OCSEDollaro sostenuto dal report sul PIL USA
In un report il Dipartimento per il Commercio ha dichiarato che il prodotto interno lordo è cresciuto al tasso annuo del 3,9% nei tre mesi terminati il 30 settembre, contro le aspettative di una lettura del 3,3%.
I dati preliminari avevano mostrato una lettura in con una crescita del 3,5% nel terzo trimestre. L’economia USA è cresciuta del 4,6% nel trimestre precedente.
Il cambio USD/JPY è stabile a 118,20, staccandosi dai minimi di 117,68 toccati nella seduta precedente.
Lo yen è stato supportato dopo che il Governatore della BoJ Haruhiko Kuroda ha alimentato i timori sull’impatto dello yen sull’economia. Sempre ieri i verbali del vertice BoJ hanno mostrato che alcuni funzionari si sono opposti all’espansione del programma di stimolo, che potrebbe essere percepito come una manovra per finanziare il deficit fiscale del governo.
L’OCSE ha tagliato le previsioni di crescita per il Giappone per l’anno in corso ed il prossimo, dopo i dati che hanno mostrato un’inaspettata recessione nel terzo trimestre.
La crescita prevista per l’economia globale è del 3,3% quest’anno e del 3,7% per il 2015.
L’euro è in calo contro il dollaro, con EUR/USD in calo dello 0,27% a 1,2408, staccandosi dal massimo di lunedì di 1,2443.
I dati di oggi hanno confermato che la Germania ha evitato la recessione nel terzo trimestre, segnando una crescita dello 0,1%. Le spese procapite sono aumentate dello 0,7%, mentre le esportazioni sono aumentate dell’1,9%.
L’OCSE ha avvisato che la zona euro è a rischio di deflazione se la crescita dovesse segnare una stagnazione o se l’inflazione dovesse continuare a peggiorare; ha aggiunto che la BCE dovrà urgentemente implementare misure di allentamento quantitativo.
La coppia GBP/USD scende dello 0,31% a 1,5659, mentre il cambio USD/CHF sale dello 0.29% a 0,9692.
La sterlina è andata sotto pressione dopo che il Governatore della Banca d’Inghilterra Mark Carney ha dichiarato che l’economia del Regno Unito sta affrontando dei rischi per le tensioni geopolitiche e rallentamento della crescita globale.
Carney ha dichiarato che è “più probabile che no” che l’inflazione del Regno Unito scenda sotto l’1% nei prossimi mesi. Tuttavia, gli esperti della banca centrale prevedono che tornerà verso il 2% nel medio termine, grazie all’aumento degli stipendi.
Il dollaro australiano e neozelandese sono in calo, con la coppia AUD/USD giù dell’1,12% a 0,8522 e NZD/USD in calo dell’1,01% a 0,7780. Il cambio USD/CAD è stabile a 1,1280.
In Canada i dati hanno mostrato che le vendite al dettaglio sono salite dello 0,8% a settembre, contro il previsto aumento dello 0,6%, dopo un calo dello 0,2% ad agosto.
Le vendite al dettaglio core, che escludono la vendite di automobili, sono rimaste invariate a settembere, contro le aspettative di un aumento dello 0,4%, dopo un calo dello 0,2% nel mese precedente.
L’Indice del Dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è in salita dello 0,17% a 88,34, non lontano dal massimo di oltre quattro anni di 88,51

Forex - USD/CAD in calo dopo i dati canadesi e USA

Forex - USD/CAD in calo dopo i dati canadesi e USA

Il dollaro USA è in salita contro il cugino canadese questo giovedì, dopo i dati sulle vendite al dettaglio in Canada che hanno offerto un certo supporto al loonie, nonostante i dati sul PIL USA abbiano limitato le perdite del biglietto verde.
Forex - USD/CAD in calo dopo i dati canadesi e USABiglietto verde in calo contro il loonie
Il cambio USD/CAD ha toccato 1,1263 nell mattinata statunitense, il minimo della seduta; successivamente il cambio è sceso a 1,1262, in calo dello 0,17%.
Supporto a 1,1189, minimo del 21 novembre e resistenza a 1,1359, massimo del 29 novembre.
In Canada i dati hanno mostrato che le vendite al dettaglio sono salite dello 0,8% a settembre, contro il previsto aumento dello 0,6%, dopo un calo dello 0,2% ad agosto.
Le vendite al dettaglio core, che escludono la vendite di automobili, sono rimaste invariate a settembre, contro le aspettative di un aumento dello 0,4%, dopo un calo dello 0,2% nel mese precedente.
In un report il Dipartimento per il Commercio ha dichiarato che il prodotto interno lordo è cresciuto al tasso annuo del 3,9% nei tre mesi terminati il 30 settembre, contro le aspettative di una lettura del 3,3%.
I dati preliminari avevano mostrato una lettura in con una crescita del 3,5% nel terzo trimestre. L’economia USA è cresciuta del 4,6% nel trimestre precedente.
Il biglietto verde ha trovato un certo supporto sopo che l’OCSE ha dichiarato che l’economia vedrà un miglioramento graduale nei prossimi due anni.
Il dollaro canadese, detto loonie, è in salita contro l’euro, con EUR/CADin calo dello 0,36% a 1,3987.
I dati di oggi hanno confermato che la Germania ha evitato la recessione nel terzo trimestre, segnando una crescita dello 0,1%. Le spese procapite sono aumentate dello 0,7%, mentre le esportazioni sono aumentate dell’1,9%.
L’OCSE ha avvisato che la zona euro è a rischio di deflazione se la crescita dovesse segnare una stagnazione o se l’inflazione dovesse continuare a peggiorare; ha aggiunto che la BCE dovrà urgentemente implementare misure di allentamento quantitativo.

Riepilogo delle analisi tecniche degli indici dei futures 25/11/2014

SimboloTipo5 Minuti15 Minuti1 OraGiornaliero
S&P/ASX 200
5.362,00
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ATX
2.284,30
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DAX
9.884,00
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Spagna 35
10.708,00
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Norvegia 25
553,20
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Svizzera 20
9.070,50
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FTSE 100
6.740,80
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S&P 500
2.069,65
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Sudafrica 40
45.056,50
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CAC 40
4.382,80
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FTSE MIB
20.038,00
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Nikkei 225
17.362,50
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Polonia 20
2.410,50
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Russell 2000
1.185,30
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Euro Stoxx 50
3.230,50
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Dow 30
17.815,50
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NQ 100
4.295,70
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AEX
424,00
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Ungheria 14
17.514,5
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USA SPX VIX
14,53
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Danimarca 20
819,85
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Svezia 30
1.464,88
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Messico 35
44.520,00
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Singapore MSCI
377,45
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Canada 60
735,30
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Cina H-Shares
10.810,00
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Hang Seng
23.913,00
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S&P CNX Nifty
8.524,25
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Germania Tech 30
1.339,00
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Germania Mid-Cap 50
16.976,50
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China A50
7.922,50
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