Il prezzo del greggio salgono questo venerdì, dopo i dati di ieri che hanno mostrato un aumento al ritmo più veloce dal dicembre 1993 a novembre, offrendo un certo supporto della materia prima.

Sul New York Mercantile Exchange, il greggio con consegna a gennaio è salito di 1,32 centesimi, o dell’1,75%, a 77,18 dollari al barile nel pomeriggio europeo.
Ieri, i futures del greggio sono saliti di 1,35 dollari o dell’1,81%, a 75,85 dollari.
I prezzi sono saliti dopo che la Federal Reserve Bank di Philadelphia ha dichiarato che l’indice manifatturiero è salito al massimo di 21 annidi 40,8 da 20,7 ad ottobre. Gli economisti avevano previsto un calo dell’indice a 18,5.
Altri dati hanno mostrato che le vendite di case già esistenti sono aumentate al massimo di 13 mesi ad ottobre.
Il Dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato che le nuove richieste di sussidio di disoccupazione di 2.000 unità nella settimana terminata il 15 novembre a 291.000, dal totale rivisto della settimana precedente di 293.000.
In un secondo report si legge che i prezzi al consumo statunitensi sono rimasti invariati il mese scorso, contro le stime di un calo dello 0,1%, dopo l’aumento dello 0,1% a settembre.
Intanto, gli operatori continuano a valutare la possibilità che l’Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio possa tagliare la produzione durante il vertice previsto per la prossima settimana.
Il rappresentante della Libia presso l’OPEC, Samir Kamal, ieri ha dichiarato che i ministri dei 12 paesi membri dovrebbero tagliare l’eccesso di scorte e abbassare l’obiettivo di produzione durante il vertice che si terrà il 27 novembre a Vienna.
I ministri del petrolio di Venezuela ed Ecuador hanno chiesto delle misure per evitare un ulteriore calo del prezzo, mentre l’Arabia Saudita e il Kuwait non hanno accettato di ridurre la produzione.
Sul prezzo del greggio negli ultimi mesi hanno influito i timori per la riduzione della richiesta globale e la notizia che l’OPEC non taglierà la produzione.
Sull’ICE Futures Exchange di Londra, il greggio Brent con consegna a gennaio è salito di 1,70 dollari, o del 2,14% a 81,03 dollari al barile, con lo spread tra il Brent ed il WTI a 3,85 dollari.
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